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      E pertanto, accompagnato da moltitudine di armati, non meno temeva i cittadini che i nimici, e quasi fuori d'ogni speranza volgeva l'animo a pigliare accordo. I Perugini e i Fiorentini ciascheduno per sè desiderava di conducere la cosa a suo disegno, e non era in questo la compagnia loro fedele. Molte cagioni inclinavano Saccone a' Fiorentini. Prima, perchè l'origine della guerra e l'odio grande era co' Perugini; appresso molti suoi nimici s'erano accozzati con loro: per lo stimolo de' quali, a fatica potea credere, che le convenzioni che facesse gli fussero osservate. Queste cose co' Fiorentini gli parevano più leggieri: e era aggiunto a questo una potente ragione, che essendo nato di madre fiorentina e di famiglia nobile, aveva con molti parentado a Firenze, che dava al fatto suo grande sicurtà. Per queste cagioni era più inclinato a' Fiorentini. E loro, avendo notizia delle pratiche occulte de' Perugini, studiarono d'accordarsi con lui. In somma le convenzioni furono queste: Che il popolo fiorentino avesse la giurisdizione e l'arbitrio della città d'Arezzo per dieci anni, e che Saccone e tutti i suoi consorti fussero per lo avvenire cittadini fiorentini; e le castella e possessioni che erano state loro proprie se le tenessero come avevano tenute innanzi. Oltre a queste cose, furono dati a Saccone quarantamila fiorini d'oro, e diciassette migliaja ne fu prestati agli Aretini per pagare i soldati condotti. E così il mal tiranno prese modo ancora, dopo la signoria finita, che i cittadini pagassero i soldati i quali egli avea tenuto sopra il capo loro; e quella quantità di pecunia che riceveva per prezzo della patria venduta si tenne per sè.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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