Pagina (488/852)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Questi patti religiosamente giurati e confermati per scrittura non patiscono, che voi pigliate in questo modo Arezzo; anzi dimostrano, che voi nol potete fare con salvamento della vostra fede. A noi certamente questa ingiuria tanto è più grave quanto la cosa ha meno giustificazione: perocchè, contrafare alla lega, questo non è altro che non stimare i collegati. Noi vi preghiamo che voi ci diciate, che scusa o che difesa potete fare. Se voi dicessi, che noi non siamo stati nell'arme, egli è manifesto che vi siamo ancora. E se voi ci riprendessi, che fussimo venuti tardi alla guerra, vi diciamo che noi la cominciammo prima di voi. E appresso, non si può dire che le genti nostre sieno state di poco valore, conciosiacosachè i nimici nessuno altro più temessero; nè che abbiano fatto poco conquisto, conciosiacosachè molti e fortissimi luoghi abbiano presi. Che cagione adunque potete voi avere di stimarci poco, conciosiacosachè nessuna ne abbiate di potervi dolere? E se vogliamo confessare il vero, non tanto dal tiranno quanto da noi avete ricevuto Arezzo. Non è da credere, che Saccone ancora spontaneamente ve l'abbia dato, se già per benevolenza, come è costume de' tiranni, non si fusse spogliato della podestà, e concedutala a voi. Certamente e' non è cosa che meno di questa si possa credere. Noi siamo quegli che abbiamo condotto il tiranno contro a sua voglia a pigliare partito, e che intorno alla terra gli abbiamo tolto le castella. Combattuto e molestato dì e notte da noi, venne a perdere in tutto la speranza della sua difesa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Arezzo Arezzo Saccone