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      Stando adunque sotto le porte il capitano de' Rossi e tentando ogni cosa, finalmente i cittadini presero l'arme e corsero alla casa del tiranno e misero dentro il capitano della lega con lo esercito. L'autore di questa rebellione e delle cose nuove fu Ubertino da Carrara, uomo per nobilità e potenza principale nella città, il quale aveva prima dato la terra al tiranno per cagione di discordie civili; di poi, avendo ricevute molte cose gravi, prese questa via a liberarla. Tutte le genti del tiranno che v'erano alla guardia furono oppressate da' Padovani, e lui fu preso e mandato a Vinegia. Ma non passò molto, che questa felicità di vittoria fu turbata per la morte del capitano de' Rossi: il quale, avendo composte le cose di Padova, andò a campo a Monselice; e facendosi la battaglia in su la porta, e sforzandosi le genti d'entrare dentro, e difendendosi i terrazzani, il capitano de' Rossi scese da cavallo, e andò a' suoi che combattevano innanzi: e in quel luogo, confortandogli e combattendo nel mezzo de' verrettoni e dardi che d'ogni luogo v'abbondavano, fu ferito sopra al pettignone d'un'asta: la quale tratta che ella fu, seguitando pure arditamente d'infestare i nimici, si gittò nel fosso per passare nella terra; dove bagnata la ferita, venne a incrudelire, e poco di poi portato a Padova, si morì.
     
      Marsilio ancora, per la infermità che gli era incominciata prima e per dolore del fratello, pochi dì poi passò di questa vita. La morte di costoro turbò gli animi de' Fiorentini e Vineziani, e fu fatto alle loro esequie dall'una città e dall'altra grande onore; perocchè grande parte della guerra si reputava essere stata fatta per la loro perizia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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