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      Ma soprastato alquanti dì senza fare innovazione, se ne tornò in Lombardia.
     
      L'anno prossimo, che seguì dopo la pace, non truovo che la città facesse alcuna cosa degna di memoria. E nientedimeno alcuni segni si dimostravano, che pareva che significassero qualche futura calamità: perocchè la torre del palazzo, le mura della terra e la porta a San Gallo furono percosse dalla saetta, e tre uomini vi morirono.
     
      Le ricolte furono debolissime, che dimostravano una futura fame. Questa cura mosse la città a vedere il numero degli uomini, per intendere quanto bisognasse del frumento forestiero. Rassegnate adunque tutte le teste de' cittadini, trovarono che egli erano novantamila degli stanti nella città.
     
      Sèguita l'anno del mille trecento quaranta, il quale fu memorabile per molte novità; Nel principio apparve in cielo una cometa che spaventò le menti degli uomini, turbate ancora pei segni dell'anno dinanzi. E non parve vana quella apparizione, perocchè non molto di poi seguì pestilenza non solamente per la terra, ma per il contado, e morì grande numero degli uomini non tanto giovanetti, ma ancora vecchi, e alcuni cittadini reputati nella repubblica: che dicono per quella pestilenza morì sedicimila persone nella città.
     
      Ma venendo verso il verno, e essendo quasi cessata la pestilenza, sopravennero cose nuove fra i cittadini, le quali turbarono grandemente la terra. L'origine delle sedizioni nacque di qui. Erano alcuni reputati popolani, e questi ancora piccolo numero, i quali più s'attribuivano che non si conveniva, e volevano governare la repubblica secondo il loro arbitrio: e a questo proposito avevano fatto venire per due anni uno rettore forestiero, uomo crudele, che faceva ogni cosa secondo il loro appetito: il perchè erano grandemente temuti da ognuno.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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