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      La rotta s'era ricevuta a dì quattro d'ottobre. E in fare questi apparati e in mandare queste imbasciate attorno, s'era consumato il verno: il perchè la impresa si venne a dilatare insino a tempo nuovo. Nel quale ragunate le genti, si mossero da Firenze, e andarono per Val di Nievole a trovare il nimico: e poi che furono venuti in luogo dove facilmente potevano essere veduti, posero il campo in su uno colle molto eminente, cinque miglia vicino al campo loro. Il proposito de' Pisani era di tenersi dentro dalle munizioni, e non fare esperienza della battaglia. I nostri consumarono alquanti dì in investigare sagacemente i luoghi circostanti; e tentati gli animi de' nimici, all'ultimo scesero nella pianura, e andarono a trovarli colle genti in battaglia per far pruova della zuffa: ma vedendo che i Pisani stavano fermi e quieti, e parendo loro alla dimostrazione avere fatto assai, si sforzarono d'entrare nella città e portarvi la vittuaglia che avevano con loro. Le munizioni e fossi del campo de' nimici erano fatti d'industria forti in modo, che quando i nostri non avesero avuto contradizione e repugnanza, sarebbe stato difficile il passare: ma guardandosi ancora gli avversarj, pareva impossibile il poterli spuntare. Il perchè, si volsero da mano destra per il fiume del Serchio, per vedere se per quella via potessero pervenire alla città. In questi luoghi ancora trovarono difficoltà assai. Erano due ponti sopra al Serchio, per i quali s'andava alla terra: tutti e due tenevano i nimici, e avevangli forniti di buona guardia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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