Pagina (518/852)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E così, gridando tutta la moltitudine, i priori ingannati e spaventati non ebbero ardire di fare resistenza e andare più oltre. I principali della nobilità colle loro mani sollevarono Gualtieri, e portaronlo nel palazzo in sulla sedia.
     
      In questo modo fatto signore, quello che fece poi e quanto tempo tenne il dominio ci pare di dovere narrare, perchè la cosa è degna di mandare alla memoria delle lettere, o veramente per ammaestramento de' cittadini, o per esemplo de' principi: perocchè e' si dimostrerà non essere cosa alcuna che da' cittadini si debba più temere che la servitù, nè a' principi essere più cagione della ruina loro che la immoderata superbia. Acquistato adunque il dominio come voleva, gli restava a pensare di conservarlo: e per questa cagione fece dentro e di fuori molti provvedimenti. Mandò innanzi a ogni altra cosa suoi ambasciadori a Arezzo e a Pistoja; e ragunati i popoli di quelle città, prese il dominio da loro in suo proprio nome e non del popolo fiorentino. La qual cosa fece con astuto consiglio, e a fine di farsi quelle terre benevole, perocchè egli stimò dare loro beneficio, se faceva eguali e di pari condizioni a' Fiorentini quelle città che erano state loro sottoposte, e che lui per sè medesimo e non per altri mezzi veniva di loro volontà a signoreggiare. Dopo queste cose, cominciò, a levare via la guerra e praticare la pace co' Pisani; e senza avere nessuno riguardo allo onore e alla dignità, la conchiuse con queste condizioni: che i Pisani tenessero Lucca quindici anni e guardassero la fortezza, e dopo quello tempo la lasciassero in libertà; che tutti gli usciti di Lucca fussero dallo esilio rivocati e restituiti loro i beni; e che rendessero i prigioni de' Fiorentini e de' collegati senza alcuno prezzo; e che il popolo fiorentino ritenesse le castella che egli aveva avute del contado di Lucca; e che il popolo pisano pagasse ogni anno novemila fiorini; e che i Fiorentini permettessero a' loro usciti che avessero dato favore a' Pisani in quella guerra la tornata libera nella città, e restituissero i loro beni; e che liberassero Saccone e i suoi congiunti i quali erano nella carcere; e che rendessero pace a costoro e a tutti gli altri che avessero fatto guerra a Arezzo o a Firenze; e che durante quel tempo mandassero il rettore a Lucca.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Gualtieri Arezzo Pistoja Fiorentini Pisani Pisani Lucca Lucca Fiorentini Lucca Fiorentini Pisani Saccone Arezzo Firenze Lucca