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      L'una il rispetto della concordia civile, stimando che gli animi de' cittadini dovessero rimanere quieti e la repubblica tranquilla, se nessuna parte di quella fusse eschiusa dagli onori, e non avesse cagione per simile ingiuria avere a odio il presente stato della città. L'altra fu, perchè la nobilità nel cacciare il tiranno aveva fatto grande opera, e meritava essere rimunerata: e era tanto più accetta l'opera loro, perchè, avendo dal tiranno ricevuti molti onori, avevano dimostro stimare più la patria e la libertà che i beneficj suoi, che era stato evidente segno d'animo sincero verso la repubblica. Per queste cagioni fu ricevuta la nobilità in compagnia del governo.
     
      Ma da questa cosa ne seguiva una grande mutazione, essendo in tutto rimossa l'antica forma del governo: perocchè due grandi stabilimenti della libertà, i quali innanzi avevano sostentato la repubblica, si levavano via: cioè gli ordinamenti della giustizia e le compagnie del popolo. Erano state trovate le costituzioni della giustizia, come dicemmo di sopra, contro alla forza della nobilità; e le compagnie del popolo dal principio ordinate, acciocchè gli nomini deboli potessero resistere alle famiglie potenti, e di poi continuamente conservate nella repubblica. Ma in quel tempo, ragguagliato tutto il corpo della città e per unione quasi fatto uno, levando via le contese, venivano ancora a levare tali ordinamenti. Prima furono dati otto cittadini che fussero al consiglio de' priori, mescolati del popolo e della nobilità, che innanzi erano dodici solamente del popolo.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852