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      Fu fatta adunque nuova pace, per la quale Lucca fu conceduta a' Pisani, e i Fiorentini si ritennero le castella del contado lucchese, le quali allora possedevano. Queste cose furono fatte dentro e di fuori l'anno che il tiranno fu cacciato.
     
      Nel principio del seguente anno, si ragunò del contado d'Arezzo e di Firenze grande moltitudine, la quale mise in disperazione la famiglia de' Pazzi. Questa era una stirpe nobile che possedeva le castella nel contado d'Arezzo, e oltre allo essere di parte ghibellina, era ancora per loro molesta e grave a' loro vicini.
     
      In quello medesimo anno furono fatte provvisioni contro alla nobilità, e oltre agli altri incomodi, fu loro aggiunto ancora questo, che qualunque nobile fusse appresso d'alcuno re o d'alcuno tiranno, dovesse ritornare a casa, sotto la pena dello esilio e della pubblicazione de' beni. Per questa legge, molti furono costretti abbandonare la liberalità de' principi, e ritornarsene a casa: e funne cagione non solamente la malivolenza, ma ancora il sospetto che quegli tali, acquistando grazia appresso re e signori, per loro favore non innovassero qualche cosa.
     
      Circa questo medesimo tempo, fu ordinata la pena contro a quegli cittadini che per la ruina del tiranno avessero date fortezze o castella le quali avevano in guardia, e fu commesso a' rettori la cura, che diligentemente ne cercassero. Per questa legge furono dannati molti nobili, a' quali il tiranno aveva creduto le fortezze.
     
      Circa questi medesimi tempi, i mercatanti fiorentini che erano in Francia significarono, come Gualtieri poco innanzi cacciato della signoria era ito al re, e fatto gravissime querele contro alla città, e per il mezzo suo e de' suoi amici faceva grande sforzo d'ottenere rappresaglia sopra le robe e persone de' cittadini e mercatanti fiorentini che si trovavano in Francia; e come era grande pericolo, che loro e' loro beni non gli fussero dati in preda; e già molte compagnie e governatori di quelle, spaventati per questo sospetto, facevano pensiero di fuggirsi.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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