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      I terrazzani, affaticati per le discordie di dentro e le ingiurie della nobilità, loro medesimi si dettero.
     
      L'anno seguente, innanzi che venisse il tempo delle ricolte, le medesime difficultà che erano state innanzi della carestia premevano la città: ma poi che le ricolte furono fatte, cessò la fame. E nientedimeno rimasero nella moltitudine varie specie d'infermità, e apparivano alcuni segni di pestilenza, la quale poi guastò Italia. Questa calamità circa due anni innanzi che se ne avesse notizia, cominciò nelle parti d'Oriente: di poi andò vagando con una continua contagione di luogo in luogo in tal forma, che ella aveva distrutte successivamente le regioni dove ella era stata. La condizione di questa pestilenza era febbre con una sonnolenza e uno enfiato come l'anguinaja nel corpo; e era come veneno, il quale assalendo robustissimi e sanissimi giovani, in poche ore gli uccideva. La contagione di tutti simili ammorbati si vedeva essere perniziosissima. Questa pestilenza adunque cominciò allora a entrare nella città: e da prima fece grande distruzione di fanciulli e di fanciulle di tenera età; di poi, assalendo i corpi più robusti, discorse fra maschi e femmine d'ogni età.
     
      Nel medesimo anno Lodovico nipote del re Ruberto, fuggendo da casa, venne nel contado di Firenze con poca compagnia: perocchè fuggiva dinanzi al re d'Ungheria, il quale con grande esercito era entrato in Puglia, per vendicare la morte del fratello poco innanzi ucciso, e acquistare il regno come sua eredità. Ma per maggiore cognizione di queste cose, noi ci faremo alquanto più innanzi a darne notizia, acciocchè i progressi d'una famiglia amicissima alla nostra città si possano intendere e conoscere.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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