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      Questa privatamente debbo mantenere: ma nelle cose pubbliche la carità della patria debbo andare innanzi, alla quale la debita pietà non debbo dinegare. E pertanto e' mi perdonerà, se avrò piuttosto rispetto alla salute della patria, che alla cupidità o potenza sua. Lui domanda, che noi prendiamo la guerra co' Fiorentini, e offre grande numero di genti e grandi favori: mostraci la ruina manifesta di quel popolo. Finalmente per li suoi oratori fa grande istanza, che noi entriamo in questa impresa della guerra, come utile a noi. A me pare, che in questa deliberazione sia da avere grandissimo riguardo che per troppo odio de' Fiorentini, non pigliamo partito vituperoso e dannoso alla nostra repubblica: perocchè non consiglia mai dirittamente chi consiglia con odio. Certamente nelle consultazioni che si fanno con l'animo libero, si debbe aver rispetto allo onore e alla utilità. A queste due cose gli uomini prudenti addirizzano sempre tutti i loro consigli. Ma come queste sieno nella proposta che ci è fatta, non vi sia grave a considerarlo. La pace e la confederazione che noi abbiamo col popolo fiorentino è nota a tutti, e che non si può muovere guerra contro di loro, se non si contraffà alle promesse, alla fede e al giuramento che noi abbiamo preso. Non possiamo adunque avere tanta utilità di questo perjurio, che non sia meglio osservare i patti e mantenere i capitoli, piuttosto che vituperosamente rompere la fede. Nel governo della repubblica ogni uomo confessa che si debba avere maggior cura dello onore che dello utile: perocchè, come la città è di grande dignità e di grande maestà, così la fede e la gravità sua debbe essere amplissima.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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