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      Ma quello che era stato insino allora, non pareva abbastanza. Cercavasi degli altri imitatori di simile virtù, che andassero a soccorrere quegli di dentro. E benchè molti lo desiderassero, nientedimeno e' temevano la diligenza de' nimici, perchè e' si credeva, che per inganno non si potessi entrare, ma che fusse di bisogno passare per forza e per battaglia. Ricusando adunque gli altri, Giovanni de' Medici, uomo insino allora molto noto e famoso, ebbe animo di offerirsi, perchè riputava grande vergogna, che alcuno de' suoi cittadini si trovassi assediato, e lui libero e senza alcuno pericolo s'andasse mostrando al cospetto degli uomini, e non pagasse alla patria in tanto bisogno la debita pietà. Il perchè si mise con cento fanti eletti sotto una bandiera per via molto lontana da' nimici verso lo Appennino. Di poi di quel luogo ordinato e stretto con questi suoi compagni discese verso il piano circa mezzanotte, e venne da una parte che era meno sospetta; e entrando nel campo, nella prima giunta si levò il romore, e benchè il concorso de' nimici gli venisse incontro, nientedimeno non invilì per questo, ma insieme co' suoi coll'arme in mano si fece fare la via, e francamente passò a quegli di dentro con ottanta compagni: perocchè di tutto il numero venti ne rimasero di fuorj, lasciati addietro o veramente eschiusi. Per la venuta di costoro presero grande conforto gli assediati: ma i nimici, veduta l'entrata del nuovo soccorso, indignati deliberarono di non prolungare più oltre la battaglia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Giovanni Medici Appennino