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      Il perchè, vedendo i nimici scoperto il loro inganno, abbandonarono la battaglia, e gli assediati in sul fare del dì uscirono fuori, e tutti gli strumenti e edificj che avevano condotti la notte per loro offesa arsero. Messer Giovanni da Oleggio capitano, poi che ebbe provato ogni cosa, e veduto che non avevano fatto alcuno profitto, e che i freddi sopravenivano molestissimi alla gente d'arme, e cresceva la carestia degli strami, deliberò di levar l'assedio. E pertanto due dì di poi a una grande ora si levò collo esercito e con tutti i carriaggi, e passato il giogo dello Appennino, si tornò verso Bologna. Da altra parte il popolo fiorentino volendo remunerare con grata liberalità la virtù di coloro che erano stati dentro alla difesa del castello, a tutti i soldati raddoppiò il soldo; i terrazzani fece esenti per dieci anni; Giovanni e Salvestro de' Medici, perchè avevano fatto esperienza di singolare virtù, gli fece cavalieri, e per decreto pubblico donò a ognuno di loro cinquecento fiorini: e questi furono dati per ornamento della milizia, e centocinquanta ne donarono per la milizia. Appresso, alcuni de' Donati, de' Rossi e de' Visdomini, che s'erano portati egregiamente nella ossidione, furono fatti di popolo.
     
      In quel medesimo anno fu in Arezzo grande movimento di cose nuove, il quale condusse quella città quasi in estremo pericolo. Era una famiglia nobile chiamata de' Brandagli molto potente e di grande sèguito. I principali della casa, benchè di onore e di grazia fussero molto riputati appresso i cittadini, nientedimeno, parendo loro essere offesi dalle leggi che rimovevano le famiglie de' grandi dal reggimento, e essendo nimici alcuni popolani che potevano assai nella città, fecero consiglio d'occupare la repubblica.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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