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      Niega, se tu puoi, o Saccone, che i principj della tua ruina non sieno proceduti da Neri della Faggiuola, il quale al presente riconciliato teco fa queste domande. Perocchè, qual altro fu cagione di fare ribellare il Borgo e Città di Castello e l'altre terre? Appresso, la casa degli Ubertini, che era delle parti tue, a tempo che il popolo aretino stava fermo e sosteneva per te un'aspra guerra, non prese ella l'arme contro a te e unissi co' tuoi nimici, e gran parte del contado e molte castella occupò a tua destruzione? Con che faccia adunque puoi tu dire, che tu sia stato cacciato per la contesa delle parti, conciosiacosachè quelli medesimi che t'hanno cacciato si provino essere delle parti tue? Se tu domandassi: Hanno e' fatto bene? noi ti diremo, che non debbono essere commendati, perchè nessuno cittadino debbe essere lodato, che viene contro alla patria; benchè loro si potrebbero scusare, che tu della patria avevi cacciato loro. E non era la contesa vostra delle parzialità, nelle quali voi siete d'accordo, ma era della potenza e del dominio. I cittadini tuoi, o Saccone, i quali tu chiami delle parti contrarie, sostennero lo assedio insino all'ultimo, e le guerre mosse per le tue ingiurie pazientemente sopportarono; i patrimoni, i beni e le persone messero per la tua difesa. E tu per queste cose ne rendesti il merito (che mi vergogno a dirlo e a ricordare la miseria di quel tempo!), quando per danari vendesti la patria e la città; i cittadini che avevano di te bene meritato mettesti sotto il vituperoso giogo della servitù; le ragioni e maestà dello imperio per un vile prezzo diminuisti.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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