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      Il perchè domandavano, che prestamente si mandasse loro soccorso altrimenti se i nimici sopravvenissero, non si potrebbero difendere. Il capitano adunque, lette le lettere e esaminato diligentemente il fante che le portava, subito mandò innanzi le genti d'arme a cavallo, che impedissero la loro tornata. Lui seguitò col resto dello esercito, e pose il campo al castello e circondollo intorno, acciocchè non potesse tornare dentro alcuno. Di poi fece segno di volere combattere la terra, più tosto per vedere qualche pruova, che per speranza d'averla: e scoperse quelli di dentro, che v'erano pochi difensori; e fra costoro v'erano alcune femmine, le quali dimostravano quelle lettere essere vere che tutto il fiore della gioventù si trovava fuori. Dopo questo si sentì, come la gioventù di quel castello pel concorso delle genti nostre s'era vôlta del contado di Volterra verso la marina, e con lungo circuito volendo tornare a casa, non aveva potuto entrare dentro per lo ostacolo del campo. In questa maniera, essendo una parte de' nimici fuori e una parte dentro, e stringendosi ogni dì lo assedio, ultimamente s'accordarono, che se fra certi dì non avessero soccorso, il castello venisse nelle mani de' nostri. Era dentro una rôcca con due torri sì vicine l'una all'altra, che per un ponte vi si poteva andare. Il castellano non voleva ratificare allo accordo, nè approvare quello che avevano fatto i terrazzani. E pertanto, benchè tutte l'altre parti del castello fussero riguardate, nientedimeno le torri si combattevano.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Volterra