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      Con tutto questo esercito si mossero in cammino, e vennero pel contado di Lucca, di Pistoja e di Prato. I Fiorentini aspettavano di Francia e della Magna grande gente, che l'avevano tolta a soldo la vernata. E una parte n'era giā venuta: e nientedimeno non era tanta, che potessero resistere alla compagnia. E pertanto s'erano messi per le terre, stimando fare abbastanza, se raffrenavano i nimici dalle prede.
     
      Trovandosi in questi luoghi i Pisani, una parte di loro, cioč gl'Inglesi, entrarono per Val di Marina, e passarono in Mugello: e in quel paese, fatta gran preda e preso gran numero di prigioni, si partirono. Il resto dello esercito de' Pisani insieme co' Tedeschi s'erano fermi fra Pistoja e Prato. Parve adunque a' Fiorentini dividere le loro genti in due parti: e una parte ne stessero dentro alla cittā a ovviare allo impeto de' nimici, se tentassero a venire per quella via; un'altra parte passasse in Mugello a resistere al tumulto e correrie degl'Inglesi. I quali, poi che furono stati in Mugello alquanti giorni, si ritornarono per Val di Marina senza alcuno ostacolo al resto delle genti: e messo insieme tutto lo esercito, si fecero innanzi, e posero il campo a' borghi di Sesto e Colonnato. A Firenze era il romore grande e insieme il dolore colla vergogna rispetto al contado e alle ville, le quali vedevano innanzi agli occhi essere guaste e messe a sacco da quelli inimici, che nč di ricchezze nč di potenza li riputavano pari a loro: e per questa cagione tutta la cittā era piena di querele e d'indignazioni, e non succedevano le cose prospere.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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