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      Messer Bernabò adunque, il quale già molto innanzi era vôlto col pensiero alle cose di Toscana, deliberò di sovvenire a' Samminiatesi. E parve che facesse ingratamente, perocchè i Fiorentini poco innanzi erano venuti in disgrazia di Carlo imperadore e del sommo pontefice, per avere ricusato di fare lega contro lui, riputandoselo amico; e lui da altra parte, senza alcun riguardo della pace e senza alcuna legittima cagione, prendeva ad ajutare il nimico, e appiccare la guerra contro al popolo fiorentino.
     
      Conosciuto adunque i Fiorentini il proposito di messer Bernabò, con maggiore sforzo che prima ossidiarono San Miniato. Ma non molto di poi sopravennero gran numero di gente d'arme di messer Bernabò: e era capitano messer Giovanni Aguto, uomo famoso nella guerra, e già molto innanzi noto per Italia. Il quale, sentito l'ordine del campo e il modo dello assedio, perchè non si fidava potere soccorrere per forza quelli di dentro, si fermò in quel di Pisa, non lontano dal campo de' Fiorentini più che dieci miglia.
     
      Il capitano de' Fiorentini era messer Giovanni da Reggio, uomo egregio e singolare nella guerra: il quale, vedendo le genti nimiche essere ferme e non venire più oltre, seguendo ancora lui la ragione della cosa, deliberò stare fermo e strignere la ossidione, e non si fare loro incontro, dimostrando il campo esser posto in luogo sì opportuno, che se i nimici lo venissero a trovare, potrebbero essere ributtati con loro grande danno; e se non venissero, non gli potrebbero fare nocimento: e avendo in questa forma la vittoria certa, non gli pareva da metterla in dubbio e alla varietà della battaglia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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