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      Ultimamente, essendo durate alquanto nella città, fu posto loro fine con laudabile consiglio: perocchè, avendo il popolo a sospetto (per le cagioni che abbiamo detto) il favore del sommo pontefice, e cercando i capi di quelle case ognuno per la sua grandezza tirare a sè l'ajuto della sua santità, già erano rincresciute a' cittadini, e i principali di quelle venuti in invidia, perchè e' s'avevano acquistato maggior potenza che non era conveniente a una città libera, e in una repubblica popolare. Finalmente, per queste cagioni, si fece legge, che i principali di quelle famiglie fossero rimossi dal governo della repubblica. In questo modo abbattuti i capi, le sètte brevemente quietarono.
     
      Il secondo e il terzo anno poi non trovo esser fatte alcune cose degne di memoria: se non che certe castella della casa degli Ubaldini s'acquistarono in sullo Apennino, e vennero nelle mani de' Fiorentini. E questo fu il fine della potenza di quella famiglia.
     
      Circa questi medesimi tempi fu edificato in sulla piazza de' signori la loggia, con grande ornamento e magnificenza: e per tale edificio furono comperate le case che v'erano da' possessori di quelle, e gittate in terra per edificare la loggia.
     
      Nel principio del seguente anno, che fu nel milletrecento settantacinque, il sospetto già conceputo contro al pontefice ogni dì cresceva più, e non prima ebbe fine, che a poco a poco incrudelito, riuscì a una manifesta guerra: della quale ci faremo più innanzi a narrare alcune cose, perchè se ne possa avere più evidente notizia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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