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      Da altra parte la moltitudine favoriva gli otto e le cose fatte da loro. I cittadini adunque di credito e di riputazione, per abbattere la potenza degli otto della balía e' loro seguaci, rinnovarono l'antica contesa della città, e per mezzo dei capitani della parte guelfa cominciarono a rimuovere alcuni, come se i loro antichi fussero stati di parte ghibellina, dagli onori della repubblica. Avevano a quest'opera unita la volontà de'nobili, i quali, trovandosi nel numero de' capitani di parte guelfa, prontamente correvano a ammonire gli uomini popolari sanza alcuna misura o discrezione, perchè parimente i nocenti e gl'innocenti punivano. Quelli che erano notati da loro, erano chiamati dal volgo ammoniti, perchè venivano quasi a essere ammaestrati di non pigliare l'ufficio, come chiariti inabili a ricevere alcuni onori della repubblica. Questa legge adunque degli ammoniti esercitata disordinatamente al tempo della guerra contro molti cittadini, non si potrebbe dire quanto aveva alterato e addebolito lo stato della città! Di poi, per la morte del papa cessata la guerra, Salvestro de' Medici, che era in quel tempo gonfaloniere di giustizia, deliberò di correggere questa cosa e porre freno alla legge degli ammoniti. E avendo pubblicata la provvisione e trovandosi alcuni che la contradicevano, l'intima moltitudine, che molto innanzi era mal contenta dello ammonire, si levò, e corse alle case di coloro che avevano esercitata quella legge, e messonvi fuoco, per ardere ancor gli uomini che vi fussero dentro, se li avessero trovati: ma loro per timore s'erano parte nascosi nella città, parte fuggiti fuori.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Salvestro Medici