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      Furono presi ancora Cipriano Mangioni, messer Jacopo Sacchetti, messer Donato Barbadori, Filippo Strozzi, Giovanni Anselmi e alcuni altri: e acciocchè la città per lo pericolo di tali uomini non facessi qualche movimento, mandarono per gente a cavallo e a piè, e diputarono quattro cittadini alla guardia della terra che comandavano alle genti condotte e al popolo di dentro. Questi tali furono messer Tommaso Strozzi e messer Benedetto Alberti, tuttadue cavalieri fiorentini: gli altri due d'infima condizione. Ma investigando l'ordine del trattato, non si trovò ne' presi alcuna colpa, nè alcuna notizia delle cose: e certi di poca riputazione che erano stati presi da principio non nominavano alcuno di costoro. Il perchè, essendo assai manifesto, che solamente erano stati presi per sospetto, il magistrato non gli volea toccare; ma i loro nimici e avversarj nella repubblica e alcuni della plebe più feroci riprendendo il magistrato, sospingendo e sollevando la moltitudine, non restarono insino a tanto che pel concorso del popolo quasi per violenza furon morti.
     
      Da questo nacque una miserabile condizione della città, perchè erano piene le menti d'odio e di spavento. Veduto che s'era messo mano al sangue, e fatti morire grandi e innocenti cittadini, la moltitudine posò l'arme, e ognuno si ridusse a casa sua. E non molti giorni di poi, facendosi la tratta de' nuovi priori, si prese l'armi da capo, dubitando quelli che tenevano la repubblica, che non fusse tratto qualcuno della parte avversa; e facevano pensiero d'ovviare colla forza e coll'arme.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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