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      Il corpo fu tirato per la terra: e similmente il figliuolo giovanotto fu trovato e morto in altra parte della città. Il suo corpo nel medesimo modo straziato, s'accozzò con quello del padre.
     
      Ma tre dì poi, essendo del numero di questi scorridori decapitati due altri alla presenza di tutto il popolo, grande numero di gente prese l'arme: e scorrendo per la città, dubitarono i priori, che non si facessi dell'arsioni e altre simili cose che si tira dietro il furore civile. E pertanto, sanza dilazione, per volgere il popolo ad altre cure, lo chiamarono a parlamento, mostrando che molte cose s'avevano a correggere, e bisognava diputare i cittadini con pubblica autorità che fussino atti a farlo. E in questo modo, chiamato il popolo e ordinato che ognuno venisse col suo gonfalone, si venne a sfogare la furia; e in mentre che ognuno attendeva alle nominazioni de' loro congiunti, passò l'occasione del nuocere e romoreggiare. Trovandosi a parlamento grande moltitudine di gente, furono eletti circa cento cittadini con piena balía di poter correggere e emendare quello che pareva loro utile e necessario.
     
      Fatto questo, la insegna della parte guelfa fu portata per tutta la città, accompagnata da grande moltitudine di cittadini, sanza fare violenza o ingiuria alcuna: e verso la sera fu condotta in piazza dei signori con somma letizia della città.
     
      Dopo queste cose, quelli della balía ragunati insieme deliberarono, che tutti i confinati e rubelli, fatti poi che messer Salvestro de' Medici era stato gonfaloniere di giustizia, s'intendessino rivocati e ristituti: e ogni ammonimento di cittadini e proibizioni d'ufficj e pene date a molti d'essere del numero de' grandi dopo detto tempo s'intendessino annullate.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Salvestro Medici