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      A dolersi, perchè, dubitando molto innanzi di questa cosa, non aveano posto rimedio nè freno agli usciti degli Aretini. Ma subitamente ebbero la medicina presente a questo dolore, perchè in quella medesima notte venne a Firenze certissima novella della morte di Lodovico duca d'Angiò, il quale era morto di morbo in Puglia. Il perchè, significando i Francesi poco di poi il conquisto d'Arezzo, e mostrando d'avvisarne come di cosa prospera e grata alla città, fu risposto da' Fiorentini con quella medesima arte, che non si rallegravano tanto dell'avuta d'Arezzo, quanto e' si dolevano della morte del duca d'Angiò: della quale non dubitassino punto, perchè aveano certissimo avviso di che infermità e a che ora egli era morto. I Francesi, avuto questa novella, da principio ne facevano poco conto, stimando ch'ella fussi cosa finta, e attendevano con grande sforzo di drento e di fuori vincere la fortezza: ma e v'era drento buon numero d'Aretini, i quali erano uomini eletti e disposti a sostenere ogni pericolo. Il perchè ogni giorno uscivano fuori a fare battaglia, e da ogni parte s'accresceva la gara e la contesa. I cittadini, perchè erano pari fra loro, non aveano uno fermo governatore, ma ogni giorno diputavano uno capitano; e ognuno quel dì che gli toccava il governo stimava tanto il fare qualche rilevata esperienza, che non ricusava pericolo alcuno. Da atra parte i Francesi di loro natura feroci e provocati da costoro, valorosamente s'appresentavano, e colle genti ordinate in battaglia con incredibile ardire si combatteva innanzi alla fortezza: e non facevano leggiere scaramuccie, ma stretti insieme venivano alle mani, non altrimenti che si fa nelle grandi e ordinate battaglie: Circa di sessanta giorni durò questa contesa: finalmente i Francesi, per la morte del duca d'Angiò mutato proposito, deliberarono di non andare più oltre alla via di Puglia, ma tornarsi in Francia: e bisognando per questo provvedere a' danari, cominciarono a pensare di dare la città a' Fiorentini.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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