Da' Sanesi ancora furono restituiti il Monte a Santo Savino e Gargonza e alcun'altre castella, e alcune similmente lasciate da' gentili uomini che le tenevano. In questa forma la città d'Arezzo con tutte le sue castella da lunghi travagli e acerbissime tempeste quasi come in uno porto si venne a riposare nelle mani del popolo fiorentino.
     
      Nel seguente anno, seguirono molte cose varie e degne di memoria. Perocchè nel principio di quello anno, messer Bernabò, la cui potenza era stata di grande terrore per Italia, preso da Giovan Galeazzo, figliuolo del fratello, perdè prima il dominio, di poi la vita. E per dare più chiara notizia di tale materia, ci pare necessario ripetere alquanto innanzi. La famiglia de' Visconti, potentissima per la Lombardia, dopo una lunga successione, aveva lasciato dua fratelli, Galeazzo e messer Bernabò, in tutto il loro dominio. Costoro partirono la signoria fra loro, e vissono d'accordo. Nella divisione, Piacenza, Cremona, Parma, Lodi, Brescia, erano tocchi a messer Bernabò; e a Galeazzo Pavia, Vercelli, Novara, Tortona e le altre città vôlte verso le Alpi. Milano era rimaso comune all'uno e all'altro. Galeazzo ebbe un figliuolo chiamato Giovan Galeazzo, il quale, morto il padre, avendo preso il dominio, era riputato uomo di quieta e tranquilla vita: e nientedimeno si dimostrava in lui presenza molto bella e costumi gravi, e oltra questo, o che fussi così il vero o che fingessi, dannava molto le guerre e le novità. Essendo giovane, tolse per moglie la figliuola del re di Francia: e non molto di poi morendo, tolse un'altra donna, la figliuola di messer Bernabò, per stabilire la concordia e l'unione loro.