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      La qual cosa si stima che il papa risentissi, e pigliassi indegnazione nell'animo, in modo che volendo andare a Perugia, si tiene che spontaneamente lasciassi il cammino diritto del contado di Firenze, e passassi per quello di Pisa e di Siena per via più incommoda e più lunga.
     
      In quello medesimo anno, Susinana e Coloreto e altre castella degli Ubaldini poste in sull'Appennino, furono dissolate e distrutte, perchè il sospetto cresceva di Giovanni Azzo, il quale restava di quella famiglia, e avea acquistato grande potenza e fama nell'arte militare, e in quel tempo era capitano d'una grande guerra, la quale il signore di Padova faceva al signore di Verona, e aveva avuto in una grande zuffa tale vittoria, che con assai riputazione e comune parlare delle genti era celebrata. E perchè era posto fine alla guerra, dicevano molti che passerebbe in Toscana: e acciocchè non gli venisse desiderio delle fortezze de'suoi antichi, parve loro di gittarle in terra e disfarle insino a' fondamenti.
     
      Questo medesimo anno, fu ampliata la piazza de' signori, e gittati in terra gli edificii privati che v'erano e purgata di calcinacci, e levata la chiesa di Santo Romolo e rifatta di nuovo.
     
      Nel principio del seguente anno, nacquono in Firenze turbazioni e novità non piccole per le cagioni che appresso diremo. Era messer Benedetto degli Alberti cavaliere fiorentino di grande e ricca famiglia. Lui, più tosto per suo proprio giudicio che di volontà de' suoi consorti, in quegli tempi pericolosi si teneva che fusse ito alla via di messer Tommaso Strozzi e messer Giorgio Scali, e che allora avessi molto potuto nella repubblica: ma non era dubbio, che quando furono decapitati quelli egregi cittadini, s'era trovato alla presenza armato.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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