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      E lui, scacciati i nimici, s'ingegnava di racquistare le castella perdute e riducerle all'ubbidienza de' Bolognesi, e era di buona speranza d'ottenere la 'mpresa in questi luoghi. Aveva seco per ispavento del nimico Carlo figliuolo di messer Bernabò e Luchino nato della medesima famiglia de' Visconti, a' quali si diceva per legittima successione appartenersi il dominio di Milano: e era suo pensiero ricuperare le castella perdute, e ridotte nello arbitrio de' Bolognesi, passare in quello di Modena, e innovare la guerra col signore di Milano.
     
      In questo mezzo una maggior cura occupava gli animi de' Fiorentini, perchè non riputavano a sufficienza resistere a' nimici in Toscana o cacciargli de' confini de' Bolognesi, ma avevano incredibile desiderio d'andare a trovare in Lombardia il capo della guerra. E pertanto, mandati ambasciatori nella Magna, s'ingegnavano d'indurre Stefano duca di Baviera con grandi premj di danari e d'altre cose al passare in Italia. Similmente Francesco da Carrara figliuolo del signore di Padova, il quale, preso che fu il padre, s'era ridotto nella Magna, confortavano al tornare di qua al conquisto del dominio paterno. Appresso avevano mandato oratori in Francia con grande speranza di premj a conducere Jacopo conte d'Ormignaca, uomo famoso nella guerra: e in questi due luoghi s'era distribuita una somma incredibile di danari.
     
      In questo tempo che in Francia e nella Magna si facevano tali provvedimenti, nientedimeno non si governavano con minore sollecitudine le cose di Toscana.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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