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      Le cose della Magna ebbono prospero fine: perocchè Francesco da Carrara colle genti d'arme a cavallo con grande celerità e ardire passato di qua, entrò in Padova, e con letizia de' cittadini prese tutta la città, eccetto che la fortezza, la quale dopo la perdita della terra ancora si teneva per il signore di Milano. Questa novella poi che fu divulgata, prestamente messer Giovanni Aguto collo esercito de' Fiorentini e de' Bolognesi passò in quello di Modena, e a Reggio e a Parma mise gran terrore, facendo questo tumulto di qua da Po, acciocchè il nimico non potessi soccorrere la fortezza di Padova. E non molto di poi il duca di Baviera coll'esercito di Tedeschi sopravenne.
     
      Il signore di Milano, avendo ricevuto sì grande percossa, cominciò e a casa e in Lombardia a declinare: perocchè la perdita di Padova, grande e riputata città, era cagione che Verona e Vicenza, terre desiderose di cose nuove e vôlte a ogni movimento, a fatica si conservavano a sua obbedienza. E già Verona pubblicamente s'era levata in arme e chiamato i loro più antichi signori, e Vicenza con grande fatica si manteneva. E se allora vi fussi stato presente il signore Antonio da Verona, cacciato poco innanzi da Giovan Galeazzo, similemente avrebbe racquistato le sue terre: ma lui era morto, e aveva lasciato uno figliuolo piccolo. Il perchè una cosa sola ritenne quegli popoli, che mancava loro uno capo, al quale potessino riferire la somma dello stato: e appresso il duca di Baviera aspettato da' Veronesi non venne al tempo debito.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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