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      Oltre alle predette cose, diceva che aspettava della Magna nuove genti, e per questa cagione avere bisogno di danari, parte per le genti che si trovavano con lui, parte per quelle che dovevano venire: perocchè lui e la sua famiglia voleva liberalmente fare la guerra, e per sè e suoi non domandava danari.
     
      Queste e altre simili cose furono esposte da' suoi oratori, a' quali risposono come appresso diremo: "I Fiorentini aver dispiacere degl'impedimenti ricevuti pel loro duca, e condolersi del caso de' Veronesi; ma restare ancora loro buona speranza di quelle città, le quali quanto più erano state offese dagli avversarj, tanto sarebbono loro più nimiche. Alla parte dell'avere conservata Padova per la sua venuta, lo credevano e ringraziavanlo: ma stare intorno alla fortezza e non si partire prima che ella fussi avuta, tale deliberazione non approvavano, perchè fermarsi con uno fiorito esercito intorno a una fortezza, pareva loro cosa inutile, e giudicavano essere a sufficienza Francesco da Carrara colla moltitudine del popolo padovano e con parte delle genti restare all'offesa della fortezza e guardia della città, e convenirsi al duca col suo invittissimo esercito passare in quello di Verona e di Vicenza, perchè ogni cosa gli sarebbe facile, se con celerità andassi a trovare quegli popoli i quali erano spaventati e sospesi cogli animi: ma se soprasedesse e perdessi tanta manifesta opportunità, si verrebbono a stabilire a quelle terre e a fermarsi nella presente divozione: ancora non vedevano via, che l'esercito di qua da Po si potessi unire con lui, essendo in mezzo il Po e l'Adige, dua grandissimi fiumi, i quali nè colle navi per le terre nimiche, nè a guado si potevano cogli eserciti passare: e non pareva loro meno utile, se il nimico da due parti fussi offeso che da una, conciosiacosachè lui ancora sarebbe costretto in due parti dividere le sue forze, e in più luoghi in uno medesimo tempo porterebbe pericolo.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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