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      Non v'era capitano determinato che gli conducessi e comandassi a tutti: e questa era la cagione, che non campeggiavano continuamente in su terreni de' nimici, ma le terre vicine erano i loro ricetti in scambio degli alloggiamenti.
     
      La città di Siena era in quel tempo di carestia e pestilenza molto afflitta, e non v'era una medesima volontà di cittadini. Molti riprendevano la guerra presa contro a' loro vicini e l'amicizia che si teneva col signor di Milano. Il perchè venne discordia fra i cittadini in modo, che si condussono all'arme, e una parte della nobilità che fu cacciata andò alla via de' Fiorentini con tutte le sue castella, e fece guerra alla città di Siena: fra' quali fu Orlando Malavolti e tutti i suoi consorti, e alcuni altri di nobili famiglie de' Sanesi.
     
      Circa questo tempo, tre ambasciadori bolognesi vennero a Firenze: i quali erano uomini eletti de' loro principali magistrati. La cagione della loro venuta era, che parendo loro essere affaticati e temendo la spesa futura, desideravano di levarsi dalla guerra, e in quel modo che potevano pigliare la pace. Questi tali, addomandata udienza e essendo loro concessa dal magistrato, alla presenza di più cittadini parlarono in questa forma: "Se fussi appresso di noi, o Fiorentini, quella ricchezza che noi veggiamo essere nella vostra città, certamente non ci mancherebbe l'animo a seguire la 'mpresa della guerra: perocchè il popolo nostro è forte e pronto al combattere, e di grande animo a entrare in ogni pericolo: e in questa parte ci pare non essere inferiori ad alcun altro popolo d'Italia.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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