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      Ma se la guerra richiede maggiori ajuti, e questi non bastano che noi offeriamo, prestateci il danajo, e come si potrà, fedelmente vi sarà restituito. E se queste cose non volete, i Bolognesi vi pregano, che di vostra buona licenza e consentimento, sia loro lecito cercare la pace e levarsi il peso della guerra, il quale non possono sopportare: e nientedimeno loro persevereranno nella vostra buona amicizia e fratellanza. Queste sono quelle cose le quali in nome della nostra communità v'abbiamo a significare."
     
      Avendo posto fine al loro parlare, gli animi di tutti i cittadini ne presono grande sbigottimento, e parve loro che incominciassino a rovinare i fondamenti delle cose, perchè giudicavano la loro compagnia essere sommamente necessaria alla guerra. Preso adunque tempo alla risposta, si convocò il consiglio de' cittadini, e fu consultata maturamente questa materia, e in ultimo fu dato loro dal magistrato tale risposta: "Noi certamente, o Bolognesi, sogliamo commendare qualunque cosa ci è significata da' nostri collegati dello stato loro: perocchè, s'elle sono cose prospere, insieme con loro ce ne rallegriamo; s'elle sono avverse, insieme con loro pensiamo a' rimedj. E' non pare conveniente pigliare partito delle cose de' collegati senza loro: ma noi certamente abbiamo sempre avuto del popolo vostro grande e singolare opinione, e oltre a essere forte e feroce, lo stimiamo ancora ricco: perocchè, una città abbondantissima d'ogni cosa, è ragionevole che sia ancora abbondante di ricchezze.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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