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      Debbono adunque gli uomini savj fare l'opposito di quello che desidera il nimico: e se lui stima la distruzione nostra essere posta nel separare l'uno dall'altro, voi dovete riputare l'unica via della nostra salvezza essere posta nella conjunzione. E alla parte che voi dite il popolo bolognese non potere le spese della guerra sopportare, vi sarà risposto, che molto maggiore peso avrà a sopportare, quando avrà perduta la libertà: perocchè le cose che al presente vi pajono gravi, allora sarebbono riputate leggiere. Ma la divina grazia vi guardi da fare esperienza di simili mali! Alla parte del danajo che domandate in prestanza, dovete pensare quanto è la gravezza della nostra città, la quale, come v'è noto, sopporta tutto il peso della guerra toscana senza participazione de' collegati: e in Lombardia ognuno sa quanto sono intollerabili le spese nostre. E pertanto, domandare d'essere serviti di danari, non pare cosa nè onesta nè conveniente. Ma questo non vogliamo passare con silenzio, che i ragionamenti che al presente avete introdotti sono molto contrarj alla vostra utilità: perocchè non è cosa alcuna che sia tanto atta a nutrire la contesa, quanto lo intendere il nimico l'una delle nostre città essere affaticata, e pensare di levarsi da dosso il peso della guerra, e cercare in qualunque modo la pace. Allora gli crescerà l'animo, e con maggiore sforzo durerà nella impresa. E pertanto si debbe porre silenzio a questi pensieri e colloquj, e aspettare che il nimico sia quello che desideri la pace.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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