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      a fatica si reggevano, furono piuttosto dal caldo e lassezza che dal ferro vinti. Il conte d'Ormignaca loro capitano, preso da' nimici, per una ferita ricevuta nella battaglia e per il dolore dell'animo e fatica del corpo la seguente notte si morì. Degli altri Francesi la maggiore parte furono morti, il resto presi, perocchè, trovandosi a piè, quasi nessuno potè scampare. In questa forma le grandissime fatiche e quasi infinite spese del popolo fiorentino nella passata de' Francesi tornarono vane. Io truovo per quelli mesi secondo la camera del comune essere stata la spesa d'uno milione e dugentosessantasei migliaia di fiorini d'oro. I commissarj fiorentini che erano nel campo vennono nelle mani de' nimici. La vittoria fu grande, e certamente necessaria al nimico che in quel tempo si trovava in grandissimo pericolo.
     
      Vinti che furono presso ad Alessandria i Francesi, i capitani de' nimici in su quella letizia della vittoria si mossono prestamente, e andarono a trovare l'altro esercito che era in Ghiaradadda. Messer Giovanni Aguto, intesa la novella della rotta de' Francesi, perchè l'usciva da' nimici, non vi prestò interamente fede. E nientedimeno si tirò col campo alquanto addrieto in sul Cremonese a uno Borgo chiamato Paterno; e trovandosi in quello luogo, subitamente i nimici sopravennono e fermaronsi col campo presso a un miglio e mezzo. Era fra l'uno e l'altro campo la pianura netta, e in quello mezzo passava uno rivo coperto d'arboscelli. I nimici adunque, spesse volte passato questo rivo, molestavano i nostri in forma che si conducevano coll'impeto loro insino presso al campo.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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