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      Essendo giunto al fiume dell'Oglio, temendo che nel passare i nimici non gli facessino danno, provide in questa forma. Prima ordinò circa di quattrocento arcieri inglesi passassino il fiume, e in sulla ripa dal canto di là da mano destra e sinistra si fermassino, e come vedessino venire i nimici, gli offendessino: e nel retroguardo pose le genti d'arme più elette che sostenessono l'empito de' nimici; e fece passare il resto della moltitudine. Poi che furono passati tutti, il retroguardo che chiudeva l'esercito cominciò a passare. I nimici, seguitandogli, erano offesi dalli arcieri che si trovavano nella ripa di là dal fiume, i quali co' verrettoni ferivano gli uomini e i cavalli in tal maniera, che i nostri, benchè con fatica, nientedimeno senza alcuno danno passarono il fiume. Dopo quello dì fu il loro cammino più sicuro, perchè messer Giovanni Aguto, anticipando, sanza alcuno ostacolo prestamente passò il Mincio. Restava il fiume dell'Adige: e era grande difficoltà e pericolo in passarlo, perocchè, appressandosi messer Giovanni Aguto, e conducendo l'esercito per quei luoghi, i nimici rotto l'argine del fiume allagarono tutto il paese. Questa difficoltà e pericolo turbò molto l'esercito de' Fiorentini e de' collegati: perocchè, coprendo l'acque la campagna, non sapevano dove rivolgersi, e a un tratto i nimici, seguitando i loro vestigj, sopravennono: sicchè non vedevano modo d'andare innanzi per lo impedimento dell'acque, e di drieto erano i nimici, e in quello luogo dove era il campo non potevano stare.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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