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      De' fatti del signore di Mantova non si doveva maravigliare, perchè l'amicizia sua col popolo fiorentino non cominciava ora ma era antica; e non era al presente ricevuto in lega per fare guerra, ma per fermezza della pace e della quiete; e per espresso s'era aggiunto nella lega rinnovata, che la pace s'osservassi e in alcuno modo non si contrafacessi a' capitoli di quella: per le quali cose manderebbono oratori al signore loro, i quali non dubitavano punto che gli satisfarebbono. E con questa risposta si partirono. Di poi, tutte queste cose dette e risposte a quegli oratori furono significate a' collegati, e eletti imbasciadori al signore Giovan Galeazzo messer Filippo Adimari, messer Rinaldo Gianfigliazzi cavalieri, e Guido di messer Tommaso, famoso cittadino in quello tempo.
     
      In questo medesimo anno fu grande movimento a Pisa, e messer Piero Gambacorti capo di quella città fu morto: delle quali cose ci faremo più innanzi a narrare e in brievi parole a darne notizia. La città di Pisa assai lungo tempo si riposò sotto il governo di messer Piero Gambacorti. Lui fu uomo moderato e molto amico del popolo fiorentino. Ebbe nelle cose che s'avevano a fare ministro e cancelliere messer Jacopo d'Appiano: il quale, avendolo servito molti anni e avute nelle mani tutte le cose di grande importanza e secretissime, crebbe in tale autorità e potenza, che insino dal signore era temuto: perocchè lui s'aveva fatto una sètta e uno seguito grande di Pisani, massimamente di quella ragione gente che teneva col signore di Milano e era avversa a' Fiorentini.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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