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      Per queste novità parve da creare dieci di balía per la cura della guerra: il quale magistrato s'era lasciato indrieto al tempo della pace. Costoro subito mandarono gente contra Gargonza, che tenessino li inimici dalle correrie, e similemente mandarono a Ferrara grande numero di gente d'arme che le conduceva il conte Corrado. E in questa forma la guerra in quello d'Arezzo e di Ferrara a uno medesimo tempo si faceva. E' non era dubbio, che il signor Giovan Galeazzo teneva le mani nell'uno luogo e nell'altro: perocchè quelle genti d'arme che avevano occupato Gargonza poco innanzi, s'erano partite da lui, e da' Sanesi suoi amici erano palesemente ajutate di guardie e di vettovaglie: e coloro similmente che molestavano il marchese di Ferrara, si riputava che lo facessino di suo ordine: e era manifesto, che Azzo per sè medesimo non avrebbe nè potuto nè avuto ardire di fare tanta impresa. I Fiorentini adunque, vedendo queste cose, presono la guerra di Ferrara non altrimenti che se fussino i loro fatti proprj. I Bolognesi, o per timore delle genti che erano ragunate in quello di Modena o per rispetto della amicizia che tenevano con Azzo, si passavano di mezzo.
     
      Circa quello medesimo tempo gli oratori dello imperatore romano vennero prima a Padova, di poi a Mantova, e significarono come Vincislao imperadore e re di Boemia aveva udito le contese che avevano loro e i loro collegati contro al signore di Milano: il perchè aveva deliberato, quando paressi a' confederati, passare in Italia, per raffrenare la sua potenza, acciocchè lui stia contento alle cose sue e non appetisca quelle d'altri.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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