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      In quello di Ferrara la guerra e la contesa era maggiore, e non solamente colle forze ma ancora cogl'inganni si combatteva: perocchè il conte da Barbiano si compose per grande premio a ammazzare Azzo, e da altra parte uccise un altro simile a lui di vestimento, il quale morto e insanguinato, mostro che l'ebbe a coloro con chi s'era composto, ricevè in premio grande somma di vasi d'arienti, e due castella del marchese Niccolò, cioè Luco e Conselice: le quali ricevute, non molto di poi Azzo con molta letizia e festa si mostrò vivo alla moltitudine. Per questo la condizione del marchese Niccolò si trovava in peggiore grado, e delle ribellioni seguivano più spesso. Erasi mescolato in questa guerra il signore Astorre di Faenza, il quale spontaneamente essendo avversario del conte da Barbiano, e aggiunto i conforti de' Fiorentini, entrò in questa impresa, e scorrendo spesso il paese, molestava il conte da Barbiano e Azzo.
     
      In questo mezzo una moltitudine di contadini e paesani s'erano levati fra Argenta e Ferrara, e preso l'arme, si volgeva a fare novità: e per questa speranza Azzo si mise a passare il Po, e unirgli con loro senza il conte da Barbiano. La quale cosa venuta a notizia del signore Astorre di Faenza, lui con circa mille dugento cavalli di gente sua e de' Fiorentini, si partì da Faenza e passò il Po colle navi. Di poi subitamente assaltò Azzo e i suoi e con poca fatica gli ruppe: e quello che fu da stimare assai, Azzo fu preso dal conte Corrado capitano delle genti de' Fiorentini, e condotto a Faenza nella carcere.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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