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      In questo modo gli apparati e sforzi d'Azzo tornarono vani, benchè certi resti di quella guerra rimanessino in quello di Modena e in quelli luoghi più tempo.
     
      Preso Azzo e abbattute l'altre sue cose, i Fiorentini mandarono i loro condottieri e quelle genti che avevano in quelli luoghi a assediare Barbiano, Avevano i Fiorentini preso sdegno contro al conte Giovanni da Barbiano, perchè dal principio di quello movimento, trovandosi lo ambasciadore fiorentino appresso d'Azzo, e ingegnandosi di rimuoverlo dalla impresa, e appresso ammonendo liberamente il conte Giovanni da Barbiano, che non volesse fare guerra al marchese di Ferrara, protestando che i Fiorentini non lo sopporterebbono, quest'uomo inquieto e atto alla milizia usò parole baldanzose, dicendo: "Quanta è l'arroganza vostra, Fiorentini, chè già nessuno può fare un cenno per Italia, che voi non vi vogliate intervenire! Qualunque cosa per Toscana, Lombardia, Romagna esce di nuovo, voi stimate appartenersi all'arbitrio vostro, e volete essere i maestri e governatori d'ognuno. E al presente a Azzo nato di quella famiglia, la quale voi predicate esservi amica, perchè vuole seguire le sue ragioni, gli protestate o annunziate la guerra, e me e gli altri fautori della sua giustizia ci minacciate, se gli diamo ajuto. Andate adunque: e aspettate me colle mie genti in su' vostri confini, perocchè io non voglio se non armato in su' vostri terreni disputare con voi."
     
      Seguendo adunque dopo la contumelia delle parole ancora i mali fatti, non lo sopportò il popolo fiorentino.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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