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      La impresa era difficile e grande e di condizione da non passare senza contesa: ma lui, confidandosi nella sua potenza e autorità, sperava poterla conducere. Venuta adunque a notizia questa pratica a' reggenti della repubblica, prestamente si levarono, e cominciarono a impedire questo proposito e a mettersi in punto in tal maniera, che non avessino a patire questa impresa andare più oltre: e già i priori s'erano preparati a ovviare a questo pensiero, se fussi messo innanzi, e ancora punirlo come cosa contraria alla pubblica quiete. Per questo timore Agnolo Ricoveri e uno ser Guido notajo che avevano notizia d'ogni cosa, impauriti, avendo prima promissione della salvezza loro, manifestarono il pensiero e l'ordine di questa cosa a' magistrati. Messer Donato adunque per questa cagione richiesto di comparire a' priori, era ritenuto da' suoi amici e benevoli, che n'aveva grande copia, e confortato di starsi a casa, e ragunare la moltitudine de' suoi: pel concorso de' quali fatto forte, potrebbe mettere ad effetto il suo pensiero o veramente fuggire ogni pericolo. I suoi fautori e amici lo confortavano a questo. Ma lui, pendendo coll'animo fra la speranza e la paura, poi che fu stato alquanto sospeso, finalmente deliberò ubbidire, confidandosi molto nella sua autorità e nel favore de' suoi congiunti, de' quali si trovavano alcuni nel magistrato. Venendo adunque in palazzo, fu sostenuto: e i suoi fautori subito dissipati non si vidono più comparire in alcuno luogo. Lui, tenuto due giorni a buona guardia, il terzo dì fu mandato in esilio, e accompagnato dal palazzo alla porta con grande numero d'armati, acciocchè i nimici non gli potessino nuocere.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





Agnolo Ricoveri Guido Donato