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      Ma essendo messer Maso da una loro spia osservato, poco innanzi che sopravenissino, non avendo altrimenti notizia di tale cosa, entrò in una bottega d'uno speziale, e in questo modo a caso venne a scampare. Costoro, venendo al luogo dove la spia aveva appostato, e non lo trovando, sanza soprastare, passarono via. Di poi n'andarono in mercato vecchio, e confortando la moltitudine degli artigiani a pigliare l'arme, riscontrarono due della parte avversa e ammazzarongli. Era il concorso grande del popolo che correva a vederli: e nientedimeno nessuno pigliava l'arme per unirsi con loro. Il perchè deliberarono partirsi: e condotti insino presso alla chiesa de' Servi, e di poi richiamati da chi dava loro speranza, tornarono indrieto, e finalmente si richiusono in Santa Maria del Fiore, dove furono assediati e presi, e di poi di loro fatta esecuzione: e alcuni cittadini per le loro confessioni abbominati si fuggirono della città, e assenti furono posti in bando.
     
      Dopo queste cose vennono prospere novelle della guerra mantovana: perocchè, alla giunta di Carlo Malatesta colle genti del soccorso, s'acquistò la vittoria, e furono rotti e cacciati i nimici per acqua e per terra. Vinti i campi, furono rassegnati nel numero de' presi circa dumila cavalli, e più che cento venti navigli d'ogni qualità vennono nelle mani del vincitore. Per questa rotta il duca di Milano rivocò il conte Alberigo di Toscana, per confermare le sue genti spaurite e farle di buono animo per la venuta del nuovo capitano e del nuovo esercito.


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Istoria fiorentina
di Leonardo Bruni
Le Monnier Firenze
1861 pagine 852

   





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