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      Ottavo, si proponeno due raggioni con le quali suol essere considerata la materia, cioè come la è una potenza, e come la è un soggetto. E cominciando dalla prima raggione, si distingue in attiva e passiva, e in certo modo se riporta in uno. Nono, s’inferisce dall’ottava proposizione, come il supremo e divino è tutto quello che può essere, e come l’universo è tutto quello che può essere, e altre cose non sono tutto quello che esser possono. Decimo, per conseguenza di quello ch’è detto nel nono, altamente breve e aperto si dimostra onde nella natura sono i vizii, gli mostri, la corrozione e morte.
      Undecimo, in che modo l’universo è in nessuna e in tutte le parti; e si dà luogo a una eccellente contemplazione della divinità.
      Duodecimo, onde avvenga che l’intelletto non può capir questo absolutissimo atto e questa absolutissima potenza. Terzodecimo, si conchiude l’eccellenza della materia, la quale cossí coincide con la forma, come la potenza coincide con l’atto. Ultimo, tanto da questo, che la potenza coincide con l’atto e l’universo è tutto quello che può essere, quanto da altre raggioni, si conchiude ch’il tutto è uno.
     
      Argomento del quarto dialogo.
     
      Nel quarto dialogo, dopo aver considerata la materia nel secondo, in quanto che la è una potenza, si considera la materia in quanto che la è un suggetto. Ivi prima, con gli passatempi Poliinnici, s’apporta la raggion di quella secondo gli principii volgari, tanto di platonici alcuni, quanto di peripatetici tutti. Secondo, raggionandosi iuxta gli proprii principii, si mostra una essere la materia di cose corporee e incorporee con piú raggioni.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





Poliinnici