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      Quindi la prudenza, la g[i]ustizia, la fortezza, la temperanza, la bellezza, la maestà, la dignità, la divinità, cossí si nominano, cossí s’imaginano, cossí si descriveno, cossí si pingono, cossí sono. E per uscir da queste raggioni teoriche, nozionali e grammaticali, convenienti al vostro argumento, e venire alle naturali, reali e prattiche: non ti deve bastar questo solo essempio a ligarti la lingua, e turarti la bocca, che ti farà confuso con quanti altri sono tuoi compagni, se ti dovesse mandare a ritrovare un maschio megliore o simile a questa Diva ELIZABETTA, che regna in Inghilterra; la quale, per esser tanto dotata, esaltata, faurita, difesa e mantenuta da’ cieli, in vano si forzaranno di desmetterla l’altrui paroli o forze? A questa dama, dico, di cui non è chi sia piú degno in tutto il regno, non è chi sia piú eroico tra’ nobili, non è chi sia piú dotto tra’ togati, non è chi sia piú saggio tra’ consulari? In comparazion de la quale, tanto per la corporal beltade, tanto per la cognizion de lingue da volgari e dotti, tanto per la notizia de le scienze ed arti, tanto per la prudenza nel governare, tanto per la felicitade di grande e lunga autoritade, quanto per tutte l’altre virtudi civili e naturali, vilissime sono le Sofonisbe, le Faustine, le Semirami, le Didoni, le Cleopatre ed altre tutte, de quali gloriar si possano l’Italia, la Grecia, l’Egitto e altre parti de l’Europa ed Asia per gli passati tempi? Testimoni mi sono gli effetti e il fortunato successo, che non senza nobil maraviglia rimira il secolo presente; quando nel dorso de l’Europa, correndo irato il Tevere, minaccioso il Po, violento il Rodano, sanguinosa la Senna, turbida la Garonna, rabbioso l’Ebro, furibondo il Tago, travagliata la Mosa, inquieto il Danubio; ella col splendor degli occhi suoi, per cinque lustri e piú s’ha fatto tranquilla il grande Oceano, che col continuo reflusso e flusso lieto e quieto accoglie nell’ampio seno il suo diletto Tamesi; il quale, fuor d’ogni tema e noia, sicuro e gaio si spasseggia, mentre serpe e riserpe per l’erbose sponde.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
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