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      Dicsono Arelio. Intendo.
      Teofilo. Oltre di questo voglio che si avertisca che, benché, parlando secondo il modo comune, diciamo che sono cinque gradi de le forme: cioè di elemento, misto, vegetale, sensitivo e intellettivo; non lo intendiamo però secondo l’intenzion volgare; perché questa distinzione vale secondo l’operazioni che appaiono e procedono dagli suggetti, non secondo quella raggione de l’essere primario e fondamentale di quella forma e vita spirituale, la quale medesma empie tutto, e non secondo il medesmo modo.
      Dicsono Arelio. Intendo. Tanto che questa forma, che voi ponete per principio, è forma subsistente, constituisce specie perfetta, è in proprio geno, e non è parte di specie, come quella peripatetica.
      Teofilo. Cossí è.
      Dicsono Arelio. La distinzione de le forme nella materia non è secondo le accidentali disposizioni che dependeno da la forma materiale.
      Teofilo. Vero.
      Dicsono Arelio. Onde anco questa forma separata non viene essere moltiplicata secondo il numero, perché ogni multiplicazione numerale depende da la materia.
      Teofilo. Sí.
      Dicsono Arelio. Oltre, in sé invariabile, variabile poi per li soggetti e diversità di materie. E cotal forma, benché nel soggetto faccia differir la parte dal tutto, ella però non differisce nella parte e nel tutto; benché altra raggione li convegna come subsistente da per sé, altra in quanto che è atto e perfezione di qualche soggetto, ed altra poi a riguardo d’un soggetto con disposizioni d’un modo, altra con quelle d’un altro.
      Teofilo.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





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