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      ). Dove era in potenza, non solum remota ma etiam propinqua, la destruzion di Troia? In una donna. Chi fu l’instrumento della destruzion della sansonica fortezza? di quello eroe, io dico, che con quella sua mascella d’asino che si trovava, dovenne trionfator invitto di filistei? Una donna. Chi domò a Capua l’empito e la forza del gran capitano e nemico perpetuo della republica romana, Annibale? Una donna! (Exclamatio!) Dimmi, o cytaredo profeta, la caggion della tua fragilità. - Quia in peccatis concepit me mater mea. -Come, o antico nostro protoplaste, essendo tu un paradisico ortolano e agricoltor de l’arbore de la vita, fuste maleficiato sí, che te con tutto il germe umano al baratro profondo della perdizion risospingesti? Mulier, quam dedit mihi: ipsa, ipsa me decepit. - Procul dubio, la forma non pecca e da nessuna forma proviene errore, se non per esser congionta alla materia. Cossí la forma, significata per il maschio, essendo posta in familiarità della materia e venuta in composizione o copulazion con quella, con queste parole, o pur con questa sentenza risponde alla natura naturante: Mulier, quam dedisti mihi, - idest, la materia, la quale mi hai dato consorte, - ipsa me decepit: hoc est, lei è caggione d’ogni mio peccato. Contempla, contempla, divino.ingegno, qualmente gli egregii filosofanti e de le viscere della natura discreti notomisti, per porne pienamente avante gli occhi la natura della materia, non han ritrovato piú accomodato modo che con avertirci con questa proporzione, qual significa il stato delle cose naturali per la materia essere come l’economico, politico e civile per il femineo sesso.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





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