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      Teofilo. Cossí è. La dico privata de le forme e senza quelle, non come il ghiaccio è senza calore, il profondo è privato di luce, ma come la pregnante è senza la sua prole, la quale la manda e la riscuote da sé; e come in questo emispero la terra, la notte, è senza luce, la quale con il suo scuotersi è potente di racquistare.
      Dicsono Arelio. Ecco che anco in queste cose inferiori, se non a fatto, molto viene a coincidere l’atto con la potenza.
      Teofilo. Lascio giudicar a voi.
      Dicsono Arelio. E se questa potenza di sotto venesse ad esser una finalmente con quella di sopra, che sarrebe?
      Teofilo. Giudicate voi. Possete quindi montar al concetto, non dico del summo ed ottimo principio, escluso della nostra considerazione; ma de l’anima del mondo, come è atto di tutto e potenza di tutto, ed è tutta in tutto; onde al fine (dato che sieno innumerabili individui) ogni cosa è uno; e il conoscere questa unità è il scopo e termine di tutte le filosofie e contemplazioni naturali: lasciando ne’ sua termini la piú alta contemplazione, che ascende sopra la natura, la quale a chi non crede è impossibile e nulla.
      Dicsono Arelio. È vero; perché se vi monta per lume sopranaturale, non naturale.
      Teofilo. Questo non hanno quelli, che stimano ogni cosa esser corpo, o semplice, come lo etere, o composto, come li astri e cose astrali; e non cercano la divinità fuor de l’infinito mondo e le infinite cose, ma dentro questo e in quelle.
      Dicsono Arelio. In questo solo mi par differente il fedele teologo dal vero filosofo.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





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