Pagina (114/135)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Polihimnio. Quaeso, dite qualche cosa dello appetito della materia, a fin che prendiamo qualche risoluzione per certa alterazione tra me e Gervasio.
      Gervasio. Di grazia, fatelo, Teofilo, perché costui mi ha rotto il capo con la similitudine de la femina e la materia, e che la donna non si contenta meno di maschi che la materia di forme, e va discorrendo.
      Teofilo. Essendo che la materia non riceve cosa alcuna da la forma, perché volete che la appetisca? Se (come abbiamo.detto) ella manda dal suo seno le forme, e per consequenza le ha in sé, come volete che le appetisca? Non appetisce quelle forme, che giornalmente si cangiano nel suo dorso; perché ogni cosa ordinata appetisce quello dal che riceve perfezione. Che può dare una cosa corrottibile ad una cosa eterna? una cosa imperfetta, come è la forma de cose sensibili, la quale sempre è in moto, ad una cosa eterna? una cosa imperfetta, come è la forma de cose sensibili, la quale sempre è in moto, ad un’altra tanto perfetta che, se ben si contempla, è uno esser divino nelle cose, come forse volea dire David de Dinanto, male inteso da alcuni che riportano la sua opinione? Non la desidera per esser conservata da quella, perché la cosa corrottibile non conserva la cosa eterna; oltre che è manifesto, che la materia conserva la forma: onde tal forma piú tosto deve desiderar la materia per perpetuarsi, perché, separandosi da quella, perde l’essere lei, e non quella che ha tutto ciò che aveva prima che lei si trovasse, e che può aver de le altre.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





Gervasio Teofilo David Dinanto