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      Il sommo bene, il sommo appetibile, la somma perfezione, la somma beatitudine consiste nell’unità che complica il tutto. Noi ne delettamo nel colore; ma non in uno esplicato qualunque sia, ma massime in uno che complica tutti colori. Ne delettamo nella voce, non in una singulare, ma in una complicante che resulta da l’armonia di molte. Ne delettamo in uno sensibile, ma massime in quello che comprende in sé tutti sensibili; in uno cognoscibile che comprende ogni cognoscibile; in uno apprensibile che abbraccia tutto che si può comprendere; in uno ente che complette tutto, massime in quello uno che è il tutto istesso. Come tu, Polihimnio, ti delettareste piú ne l’unità di una gemma tanto preziosa, che contravalesse a tutto l’oro del mondo, che nella moltitudine di migliaia delle migliaia di tai soldi di quali ne hai uno in borsa.
      Polihimnio. Optime.
      Gervasio. Eccomi dotto; perché come chi non intende uno, non intende nulla, cossí chi intende veramente uno, intende tutto; e chi piú s’avicina all’intelligenza dell’uno, s’approssima piú all’apprension di tutto.
      Dicsono Arelio. Cossí io, se ho ben compreso, mi parto molto arrichito dalla contemplazione del Teofilo, fidel relatore della nolana filosofia.
      Teofilo. Lodati sieno gli dei, e magnificata da tutti viventi la infinita, semplicissima, unissima, altissima e absolutissima causa, principio e uno.
     
     
      Fine de’ Cinque Dialogi
      De la causa, principio et uno.


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De la causa principio et uno
di Giordano Bruno
pagine 135

   





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