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      E vi ricordo quel che so che non bisogna ricordarvi: che non potrete al fine esser tanto stimato dal mondo e gratificato da Dio, per essere amato e rispettato da principi quantosivoglia grandi de la terra, quanto per amare, difendere e conservare un di simili. Perché non è cosa che quelli che con la fortuna vi son superiori, possono fare a voi che molti di lor superate con la virtude, che possa durare piú che gli vostri pareti e tapezzarie; ma tal cosa voi possete fare ad altri, che facilmente vegna scritta nel libro dell'eternitade, o sia quello che si vede in terra o sia quell'altro che si crede in cielo: atteso che quanto che ricevete da altri, è testimonio de l'altrui virtute, ma il tanto che fate ad altro, è segno ed indizio espresso de la vostra. Vale.
     
     
      Mio passar solitario, a quelle parti,
      A quai drizzaste già l'alto pensiero,
      Poggia infinito, poi che fia mestieroA l'oggetto agguagliar l'industrie e l'arti.
      Rinasci là; là su vogli' allevartiGli tuoi vaghi pulcini, omai ch'il fiero
      Destin av'ispedito il corso intieroContra l'impresa, onde solea ritrarti.
      Vanne da me, che piú nobil ricettoBramo ti godi; e arrai per guida un dio,
      Che da chi nulla vede è cieco detto.
      Il ciel ti scampi, e ti sia sempre pioOgni nume di questo ampio architetto;
      E non tornar a me, se non sei mio.
     
      ***
     
      Uscito de priggione angusta e nera,
      Ove tant'anni error stretto m'avinse,
      Qua lascio la catena, che mi cinseLa man di mia nemica invid'e fera.
      Presentarmi a la notte fosca seraOltre non mi potrà, perché chi vinse


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





Dio