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      Oltre, quando sono agenti diversi in tempo equale e si complisce la lor azione, verrà ad essere proporzione dell'agente all'agente, come è proporzione del paziente al paziente. Oltre, ogni agente opra nel paziente in tempo finito (parlo di quello agente, che viene a fine della sua azione, non di quello, di cui il moto è continuo, come può esser solo il moto della translazione), perché è impossibile che sia azione finita in tempo infinito. Ecco dunque primieramente manifesto, come il finito non può aver azion compita nell'infinito.
     
      G tempoA paziente infinito
      B agente finito maggioreA (parte de l'infinito) Z
     
      H paziente finitoD agente finito minore
     
      Secondo, si mostra medesimamente, che "l'infinito non può essere agente in cosa finita". Sia l'agente infinito A, ed il paziente finito B, e ponemo, che A infinito è agente in B finito, in tempo G. Appresso sia il corpo finito D agente nella parte di B, cioè BZ, in medesimo tempo G. Certamente sarà proporzione del paziente BZ a tutto B paziente, come è proporzione di D agente all'altro agente finito H; ed essendo mutata proporzione, di D agente a BZ paziente, sicome la proporzione di H agente a tutto B. Per conseguenza B sarà mosso da H in medesimo tempo, in cui BZ vien mosso da D, cioè in tempo G, nel qual tempo B è mosso da l'infinito agente A; il che è impossibile. La quale impossibilità séguita da quel ch'abbiamo detto: cioè che, si cosa infinita opra in tempo finito, bisogna che l'azione non sia in tempo, perché tra il finito e l'infinito non è proporzione.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





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