Pagina (110/166)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Elpino. Su, di grazia, vengasi presto alla risoluzion delle raggioni di contrarii, e massime d'Aristotele, le quali son piú celebrate e piú famose, stimate della sciocca moltitudine con le perfette demostrazioni. Ed a fin che non paia che si lasce cosa a dietro, io referirò tutte le raggioni e sentenze di questo povero sofista, e voi una per una le considerarete.
      Filoteo. Cossí si faccia.
      Elpino. È da vedere, dice egli nel primo libro del suo Cielo e mondo, se estra questo mondo sia un altro.
      Filoteo. Circa cotal questione sapete, che differentemente prende egli il nome del mondo e noi; perché noi giongemo mondo a mondo, come astro ad astro in questo spaciosissimo etereo seno, come è condecente anco ch'abbiano inteso tutti quelli sapienti ch'hanno stimati mondi innumerabili ed infiniti. Lui prende il nome del mondo per un aggregato di questi disposti elementi e fantastici orbi sino al convesso del primo mobile, che, di perfetta rotonda figura formato, con rapidissimo tratto tutto rivolge, rivolgendosi egli, circa il centro, verso il qual noi siamo. Però sarà un vano e fanciullesco trattenimento, se vogliamo raggion per raggione aver riguardo a cotal fantasia; ma sarà bene ed espediente de resolvere le sue raggioni per quanto possono esser contrarie al nostro senso, e non aver riguardo a ciò che non ne fa guerra.
      Fracastorio. Che diremo a color che ne rimproperasseno che noi disputiamo su l'equivoco?
      Filoteo. Diremo due cose: e che il difetto di ciò è da colui ch'ha preso il mondo secondo impropria significazione, formandosi un fantastico universo corporeo; e che le nostre risposte non meno son valide supponendo il significato del mondo secondo la imaginazione de gli aversarii che secondo la verità. Perché, dove s'intendeno gli punti della circumferenza ultima di questo mondo, di cui il mezzo è questa terra, si possono intendere gli punti di altre terre innumerabili che sono oltre quella imaginata circumferenza; essendo che vi sieno realmente, benché non secondo la condizione imaginata da costoro; la qual, sia come si vuole, non gionge o toglie punto a quel che fa al proposito della quantità de l'universo e numero de mondi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





Aristotele Cielo