Pagina (122/166)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Come chiaro si argumenta da l'apparenza in sí lungo intervallo e lunga resistenza che fanno al grave e vigoroso incendio del foco: che tal volta perseverano oltre un mese a bruggiare, come per quarantacinque giorni continui a' tempi nostri n'è vista una. Or, se per la distanza non si destrugge la raggion de la gravità, per che caggione tal corpo non solo non viene al basso, né si sta fermo, ma oltre circuisce la terra? Se dice che non circuisce per sé, ma per essere rapito; insisterò oltre, che cossí anco ciascuno di suoi cieli ed astri (li quali non vuol che sieno gravi, né lievi, né di simil materia) son rapiti. Lascio che il moto di questi corpi par proprio a essi, perché non è mai conforme al diurno, né a quei d'altri astri.
      La raggione è ottima per convencer costoro da suoi medesimi principii. Perché della verità della natura di comete ne parleremo, facendo propria considerazione di quelle, dove mostraremo e che tali accensioni non son dalla sfera del foco, perché verrebono da ogni parti accese, atteso che secondo tutta la circunferenza o superficie de la sua mole sono contenute nell'aria attrito dal caldo, come essi dicono, o pur sfera del fuoco: ma sempre vedemo l'accensione essere da una parte; conchiuderemo le dette comete esser specie di astro, come bene dissero ed intesero gli antichi; ed essere tale astro che, col proprio moto avicinandosi ed allontanandosi verso e da questo astro per raggione di accesso e recesso, prima par che cresca, come si accendesse, e poi manca, come s'estinguesse: e non si muove circa la terra; ma il suo moto proprio è quello, che è oltre il diurno proprio alla terra, la quale, rivolgendosi con il proprio dorso, viene a fare orienti ed occidenti tutti que' lumi che sono fuor della sua circonferenza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166