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      E non è possibile che quel corpo terrestre e sí grande possa da sí liquido aere e sottil corpo che non resiste al tutto, esser rapito, e mantenuto, contra sua natura, sospeso; il cui moto, se fusse vero, sarrebe solamente conforme a quel del primo mobile, dal quale è rapito, e non imitarebe il moto di pianeti; onde ora è giudicato di natura di Mercurio, ora della luna, ora di Saturno, or de gli altri. Ma, e di questo altre volte, a suo proposito, si parlarà. Basta ora averne detto sin tanto che baste per argumento contra costui, che dalla propinquità e lontananza non vuole che s'inferisca maggior e minor facultà del moto, che lui chiama proprio e naturale, contra la verità. La quale non permette possa dirse proprio e naturale ad un suggetto in tal disposizione, nella quale mai gli può convenire; e però, se le parti da oltre certa distanza mai se muoveno al continente, non si deve dire che tal moto sia naturale a quelle.
      Elpino. Ben conosce chi ben considera che costui avea principii tutti contrarii alli principii veri della natura. Replica appresso che, "se il moto di corpi semplice è naturale a essi, averrà che gli corpi semplici, che sono in molti mondi, e sono di medesima specie, si muovano o al medesimo mezzo o al medesimo estremo".
      Filoteo. Questo è quello che lui non potrà giamai provare, cioè che si debbano muovere al medesimo loro particulare ed individuale. Perché da quel, che gli corpi son di medesima specie, s'inferisce che a quelli si convegna luogo di medesima specie e mezzo de medesima specie, ch'è il centro proprio; e non si deve né può inferire che richiedano loco medesimo di numero.


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De l'infinito universo e mondi
di Giordano Bruno
pagine 166

   





Mercurio Saturno