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      Come si vede, siamo entro limiti molto elastici e la natura stessa dello scambio delle merci non impone alcun limite alla giornata di lavoro. Il capitalista sostiene il suo diritto come compratore, quando cerca di prolungare questa giornata il più che gli è possibile e di fare di due giorni uno solo. D'altra parte la natura speciale della merce venduta esige che il suo consumo per il compratore non sia illimitato, e il lavoratore sostiene il suo diritto come venditore, quando vuole restringere la giornata di lavoro ad una durata normalmente determinata. V'ha dunque diritto contro diritto, tutti due portanti il sigillo della legge che regola gli scambi delle merci. Fra due diritti uguali chi decide? la Forza.
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      Come agisca la forza, oggi tutta del capitale e per il capitale, ce lo diranno i fatti, che ora verremo esponendo. I fatti citati in questo libro sono presi tutti dall'Inghilterra: primieramente, perché questo è il paese dove la produzione capitalista ha raggiunto il massimo suo sviluppo, verso il quale, del resto, tendono tutti i paesi civili; e, in secondo luogo, perché solamente in Inghilterra si ha un confacente materiale di documenti, riguardanti le condizioni del lavoro, e raccolti per opera di regolari Commissioni governative. I modesti limiti di questo compendio non consentono, però, che la riproduzione di una sola piccola parte dei ricchi materiali raccolti nell'opera di Marx.
      Ecco alcuni dati presi dalle inchieste fattesi nel 1860 e 1863 nell'industria ceramica.


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Compendio del Capitale
di Carlo Cafiero
pagine 112

   





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